Cenni storici: Secondo un manoscritto del 1703 "la prima et antichissima Chiesa fabricata nel nostro contorno in valle di Carda fa la Chiesa di s.Angelo al Colle" (mezzo km. circa distante da Carda); Chiesa parrocchiale con alcune Chiese all'intorno: "s.Lorenzo a Casale, s.Maria in valle di Carda, S.Giacomo e Nicolo a Vagli, s.Martino a valle di Carda in hoggi detta alla torre di Calleta... La più nuova fu questa di s.s.Flora e Lucilia fabricata dentro le mura del Castello, a guisa d'oratorio che era solamente lo spazio” dal gradino dell'altare della Madonna al muro della canonica; lì dove è la balaustra c'era un muro fino al tetto, anche questo fino al muro della canonica. La porta era quella ancora visibile all'esterno, ora murata. La Chiesa di s.Angelo viene ad essere in cattive condizioni per smottamento di terra; la popolazione di Carda è aumentata perché “da Vagli le famiglie si sono ritirate a habitare vicino al castello di Carda". Si decide allora "invece di spendere molto a ridurre in pristino stato la Chiesa di s.Angelo, di ampliare et, aggrandire "l’oratorio delle s.s.Flora e Lucilla". L’oratorio diventa cosi Chiesa parrocchiale. "Dall'architrave che è sopra la porta presente della nostra Chiesa si riconosce un'iscrizione come dicesse 1295 onde credo io che in quell'anno mancando l'edificio dell'antico s.Angelo al Colle fusse accresciuto l'oratorio di santa Flora e Lucilia e come nuova parrocchiale fusse dotato dei beni di s.Angelo al Colle." Nel 1592 la chiesa ottiene il Fonte Battesimale. Nel 1614 viene inaugurata la nuova cappella della Madonna (la statua era arrivata a Carda nel 1554) con un nuovo altare e con il dipinto: "I Misteri del s.Rosario" del pittore aretino Sebastiano Pontenani. Facendo questa cappella si ottiene anche il sottostante oratorio della Compagnia. Nel 1666, durante la notte, causa candele rimaste accese si sviluppa in Chiesa un incendio: vengono bruciati e danneggiati alcuni registri, calici e altri oggetti ma l'intervento notturno dei Cardesi impedisce danni alle strutture. Vengono fatti nel tempo molti lavori dei quali tuttavia non restano tracce. Nel 1701 ottiene il titolo di "pieve". I due altari monumentali, in pietra serena, vengono realizzati: uno, quello accanto alla porta d'ingresso, nel 1772; nel 1855 quello della Madonna. Nel 1892 vien costruito il campanile attuale. Nel 1907-09 la chiesa cambia completamente aspetto.

Esterno: la scala che dalla Compagnia portava alla chiesa viene allontanata di qualche metro dal muro creando così il veroncino e consentendo l'apertura della porta centrale. Viene alzata la parte centrale del tetto e aperto il rosone sopra la nuova porta. La croce al centro del sagrato viene portata sul muro (dove ora la statua lignea del Cristo accogliente nell'atto di spezzare il pane, opera di Gian Maria Cardini) e viene fatta la croce di ferro, addossata all'antico ingresso.

Interno: la parte centrale della chiesa viene alzata di qualche metro con le tre arcate e si crea la cappella (quella del polittico) che in teoria doveva essere la cappella dell'altar maggiore, un altare fatto di mattoni, con tre gradini, l'ultimo dei quali serviva da base e per il sostegno del quadro grande e della statua in gesso del s.Cuore di Gesù. Questa cappella era chiusa dalla balaustra che prima chiudeva la cappella della Madonna.

(Forse i due grafici seguenti possono servire per spiegare meglio i cambiamenti):

Nel 1976 gli ultimi lavori di restauro: tetto, pavimento, intonaco, riscaldamento ed alcune modifiche: avanzamento della mensa dell'altare della Madonna (per esprimere anche strutturalmente una diversa mentalità e concezione di chiesa), portata allo stesso livello di pavimento la cappella dell'altar maggiore, rifacimento di questo altare, nuova collocazione e quindi rifacimento del Fonte Battesimale (noi volevamo usare quello in legno, opera di Gian Maria Cardini, che abbiamo comunque conservato), nuova collocazione del polittico (restaurato 1980), del quadro grande (restaurato 1997), di un confessionale (restaurato 1999, l'altro ritirato dalla Soprintendenza è nella pieve di Bagnoro), dei sedili (raddoppiati) e, dopo il suo restauro (1996) nuovo accesso all'organo.

Notizie giuridiche: Oggi le chiese parrocchiali sono proprietà della comunità. In passato avevano altri padroni: le Pievi, grandi abbazie o monasteri, signori o signorotti locali, il Vescovo della diocesi. La nostra chiesa e, insieme alla chiesa, anche i suoi beni (e in qualche momento e per qualche aspetto anche Carda) è passata attraverso numerosi padroni: I primi i conti Ubertini o, più probabilmente, il grande e potente monastero di s.s.Flora e Lucilia, nelle vicinanze d'Arezzo (Torrita, 0lmo) e dopo gli Ubertini. Nel 1161 il castello di Carda con la torre, la contea e tutto quello che era della contea: chiese, case, terre, boschi, montagna viene sottoposto dall'imperatore Federico I Barbarossa all'Abbazia di s.Gennaro a Campoleone (Capolona). Nel 1527 l'Abbazia di Campoleone, praticamente distrutta o quasi dai soldati di Carlo V, viene data in commenda, la proprietà di Carda compresa, alla famiglia Della Stufa di Firenze. Dal 1534, non Carda, ma la parrocchia di Carda con i suoi beni e del Vescovo di Arezzo. Dal 1985 la Chiesa delle s.s.Flora e Lucilia in Carda è della Comunità di Carda.

(ancora nel 1600, dando i riferimenti della canonica, si parla di mura intorno alla contea o Girone:"...una casa contigua alla Chiesa, di 15 stanze, alla quale confina in oggi la casa di Evangelista Bianchi, la via comune e il sito delle già mura castellane..").